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Artrite reumatoide

Introduzione

L’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria cronica,sistemica ed autoimmune che causa dolore, gonfiore e rigidità a livello delle articolazioni. Di solito colpisce le articolazioni delle mani, dei piedi e i polsi.

Ci sono periodi in cui i sintomi possono peggiorare, le cosi dette ricadute. Periodi di esacerbazioni si susseguono ad altri di remissione, si può affermare che la patologia ha un andamento ciclico recidivante.
Una ricaduta è difficile da prevedere, ma con il giusto trattamento si può ridurre il numero di recidive e diminuire i danni sulle articolazioni.
Molte persone affette da artrite reumatoide lamentano dolori in altre parti del corpo o più comunemente sintomi generali come stanchezza e perdita di peso.

SINTOMI

L’ artrite reumatoide colpisce le articolazioni di tutto il corpo, anche se maggiormente sono coinvolte le piccole articolazioni della mani e dei piedi.

Solitamente coinvolge le articolazioni simmetricamente (entrambi i lati del corpo nello stesso momento e in egual misura ), ma non sempre è cosi.
I sintomi principali sono dolore, gonfiore e rigidità. Spesso i sintomi si presentano gradualmente nell’arco di più settimane, ma in alcuni individui la malattia progredisce più rapidamente in pochi giorni.
I sintomi variano da persona a persona, possono sparire per poi ripresentarsi, oppure mutare nel corso del tempo. A volte si possono presentare ricadute e l’infiammazione può estendersi a tutto il corpo.

DOLORE: di solito il dolore da artrite reumatoide è pulsante e lancinante. Peggiora la mattina e dopo un periodo di inattività.
RIGIDITA’: altro sintomi di questa patologia è la rigidità che interessa maggiormente le mani ed in questo caso può alterare la capacità del soggetto di piegare le dita o formare un pugno.

La rigidità, come il dolore, peggiora la mattina e dopo un periodo di inattività.
La rigidità mattutina è riscontrabile anche nell’artrosi. La differenza tra le due è che nella prima tale sintomo scompare dopo circa 30 minuti dal risveglio, invece nell’ artrite reumatoide si protende per più tempo.

GONFIORE, ROSSORE E CALORE: i tessuti molli che rivestono le articolazioni si possono infiammare e causare gonfiore articolare e calore. Con il tempo la flogosi cicatrizza, il tessuto infiammatorio diventa fibroso o cicatriziale. Il conseguente ispessimento dei tessuti intrarticolari, associato alla degenerazione cartilaginea, alle erosioni ossee ed al gonfiore, riduce sensibilmente la mobilità dell’articolazione.

Fino al 30% dei soggetti affetti da artrite reumatoide presenta rigonfiamenti solidi subito sotto la cute (definiti noduli reumatoidi), in genere in prossimità delle zone di pressione (come la parte posteriore dell’avambraccio vicino al gomito).

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Essendo una malattia sistemica può coinvolgere molti organi del corpo tra cui cuore, reni e polmoni ed essere causa di altri sintomi, tra cui:

  • stanchezza e perdita di energia
  • aumento della temperatura
  • sudorazione
  • riduzione dell’appetito
  • perdita di peso
  • secchezza agli occhi (nel caso in cui gli occhi siano coinvolti) 
  • dolore al torace (nel caso in cui il cuore o polmoni siano colpiti)

CAUSE

Non si conosce la causa precisa di questa malattia. L’ artrite reumatoide  è considerata una malattia autoimmune, cioè è provocata da alcuni componenti del sistema immunitario che attaccano i tessuti molli che ricoprono le articolazioni. Il tessuto sinoviale che copre  le articolazioni diventa doloroso e infiammato e rilascia sostanze chimiche dannose per ossa, cartilagine, tendini e legamenti. L’infiammazione della sinovia produce molto liquido che si riversa nell’articolazione, tendini e borse. In condizioni normali questo liquido, detto sinoviale, è importante per garantire il nutrimento alla cartilagine articolare, proteggere le articolazioni dagli impatti e  facilitare lo scorrimento tra le varie strutture anatomiche. Quando è eccessivo causa però gonfiore diffuso; caratteristico è quello delle dita, che assumono la tipica forma a fuso.

In fase avanzata, il perdurare della flogosi, fa si che la cartilagine, l’osso e i legamenti delle articolazioni sono erosi (si usurano), causando deformità, instabilità e formazione di tessuto cicatriziale all’interno dell’articolazione.
Con il tempo le ossa si deformano e usurano e, se la patologia non viene trattata, le articolazioni si possono danneggiare completamente.
Ad ogni modo, ad oggi, ancora non è si sa quale sia il fattore trigger che spinge  il sistema immunitario ad attaccare le articolazioni e provocare la patologia.

POSSIBILI FATTORI DI RISCHIO

L’ artrite reumatoide è una malattia multifattoriale, cioè ci sono vari fattori che aumentano il rischio di svilupparla:

  1. geni– anche se non ci sono evidenze certe, si pensa che la predisposizione genetica possa influenzare l’andamento di questa patologia
  2. ormoni– l’ è più frequente nelle donne , forse per l’effetto degli ormoni estrogeni, ma ciò non è stato scientificamente provato
  3. fumo– alcune ricerche hanno suggerito che il fumo può essere un fattore predisponente alla malattia 
artrite-reumatoide smettere di fumare

DIAGNOSI

  • Esami del sangue

I medici effettuano esami del sangue per determinare i livelli ematici del soggetto per quanto riguarda il fattore reumatoide e gli anticorpi anti-CCP e, solitamente, la proteina C-reattiva, VES o entrambi.

Diversi soggetti che soffrono di artrite reumatoide hanno nel sangue anticorpi specifici, quali il fattore reumatoide e gli anticorpi anti-CCP.
Il fattore reumatoide è una proteina che il sistema immunitario produce quando attacca il tessuto sinoviale. La metà delle persone affette da artrite reumatoide ha un valore elevato di fattore reumatoide all’inizio della patologia, 1 individuo su 20 senza artrite reumatoide può essere positivo al test.
Gli anticorpi anti-CCP sono anche essi prodotti dal sistema immunitario, sono presenti in oltre il 75% dei soggetti che soffrono di artrite reumatoide e sono quasi sempre assenti nelle persone che non ne soffrono. Ma non tutti gli individui con artrite reumatoide hanno questi anticorpi.
Proteina C reattiva è un altro test per misure il livello di infiammazione.

VES: La VES è un altro esame per individuare la presenza di infiammazione e misura la velocità con cui i globuli rossi si depositano sul fondo di una provetta contenente sangue. Tuttavia, aumenti simili della VES, dei livelli di proteina c-reattiva o di entrambi possono manifestarsi in molti altri disturbi. I medici potrebbero monitorare la VES o la proteina c-reattiva per cercare di determinare se la malattia sia attiva.
La VES è utile anche per verificare la presenza di anemia. La maggior parte dei soggetti affetti da artrite reumatoide presenta una lieve anemia (un numero insufficiente di globuli rossi). 

  • SCANS

La radiografia e la risonanza magnetica sono strumenti utilizzati per controllare l’infiammazione e le alterazioni nelle articolazioni causate dalla malattia. Possono aiutare a monitorare il decorso  della malattia nel tempo e a differenziare le diverse forme di  artrite. 

TRATTAMENTO

Il trattamento per l’ artrite reumatoide può aiutare a ridurre l’infiammazione, il dolore, prevenire  o rallentare il danno articolare e la disabilità. Non esiste una cura, ma un trattamento precoce può ridurre il rischio di incombere in seri danni e limitare l’impatto della patologia sulla vita dell’individuo.

Di seguito le tipologie di trattamento utilizzate:

  • Farmaci
  • Fisioterapia, terapia occupazionale
  • Provvedimenti relativi allo stile di vita (smettere di fumare, seguire una dieta ecc)
  • Intervento chirurgico 

Farmaci: I FANS sono comunemente usati per trattare i sintomi dell’artrite reumatoide. Non prevengono il progredire del danno causato dall’artrite e quindi non devono essere utilizzati come trattamento primario. 

I FANS possono ridurre il gonfiore delle articolazioni colpite e alleviare il dolore. Possono essere assunti per via orale o applicati direttamente sulla cute sopra le articolazioni dolorose. L’artrite reumatoide, a differenza dell’osteoartrite, causa un’infiammazione considerevole. Di conseguenza, i farmaci che diminuiscono l’infiammazione, inclusi i FANS, hanno un vantaggio importante sui farmaci quali il paracetamolo, che riduce il dolore, ma non l’infiammazione.

Dal momento che possono rallentare effettivamente la progressione della malattia e alleviare i sintomi, i farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD) vengono spesso avviati non appena viene formulata la diagnosi di artrite reumatoide. Circa due terzi delle persone migliorano, in generale, e le remissioni complete sono sempre più frequenti. La progressione dell’artrite solitamente rallenta, ma il dolore può persistere. I soggetti devono essere messi al corrente dei rischi dei DMARD e devono essere sorvegliati attentamente per controllare la tossicità.

I corticosteroidi sono potenti farmaci antinfiammatori che sopprimono il sistema immunitario. I corticosteroidi, come il prednisone, sono i farmaci assolutamente più efficaci nel ridurre l’infiammazione e i sintomi dell’artrite reumatoide in ogni sede del corpo. Benché i corticosteroidi siano efficaci per l’uso a breve termine, potrebbero non prevenire la distruzione dell’articolazione e potrebbero perdere efficacia con il tempo, mentre l’artrite reumatoide rimane in genere attiva per anni.

Di conseguenza, i medici in genere riservano i corticosteroidi per l’uso a breve termine nelle seguenti situazioni:

  • Quando si avvia il trattamento per i sintomi gravi (finché un DMARD non ha raggiunto l’effetto)
  • Nelle riacutizzazioni gravi quando sono colpite molte articolazioni
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Trattamento biologico: altre classi di farmaci immunosoppressori vengono spesso chiamate collettivamente agenti biologici. Un agente biologico viene prodotto a partire da un organismo vivente. Molti agenti biologici utilizzati per trattare l’artrite reumatoide sono anticorpi. Analogamente ai farmaci immunosoppressori, gli agenti biologici sopprimono l’infiammazione in modo da evitare i corticosteroidi o utilizzarli a dosi inferiori. Pertanto, interferendo con il sistema immunitario, gli agenti biologici possono aumentare i rischi di infezione e di alcuni tumori.

TRATTAMENTO DI SUPPORTO

FISIOTERAPIA

La fisioterapia ha lo scopo di mantenere una buona forma fisica, di rinforzare i muscoli e di rendere le articolazioni più flessibili.

Se le mani e i polsi sono coinvolti dalla malattia, il fisioterapista, tramite sedute individuali, mostrerà al paziente una serie di esercizi da ripetere anche individualmente a casa. Foto 3

Il fisioterapista potrà dare consigli per la riduzione dei sintomi tramite l’applicazione di calore o ghiaccio e tramite l’utilizzo di dispositivi elettromedicali quali la TENS.

La scelta della terapia con il calore (termoterapia) o con il freddo (crioterapia) spesso è personale del terapista, benché quest’ultima si dimostri più efficace nel dolore acuto. Nell’ambito di un trattamento a base di termoterapia o crioterapia, occorre usare cautela, al fine di evitare ustioni e lesioni da freddo. Il calore aumenta il flusso ematico e rende il tessuto connettivo più flessibile. Riduce temporaneamente la rigidità articolare, il dolore e gli spasmi muscolari. Inoltre, contribuisce ad attenuare l’infiammazione e l’accumulo di liquido nei tessuti. L’applicazione di freddo può essere utile per rendere insensibili i tessuti e attenuare gli spasmi muscolari.

L’elettrostimolazione nervosa transcutanea TENS può essere applicata diverse volte al giorno per un periodo compreso tra 20 minuti e varie ore, in base alla gravità del dolore. Spesso, è possibile insegnare ai pazienti a utilizzare questo apparecchio in casa, se necessario. La maggioranza dei pazienti tollera bene la terapia, ma non tutti ottengono un’attenuazione del dolore. Questo macchinario attraverso un piccolo impulso elettrico può intorpidire le terminazioni nervose alleviare il dolore dell’ artrite reumatoide  . Prevede l’uso di un dispositivo portatile, a batteria, che produce la corrente, applicata attraverso gli elettrodi sulla cute. Il dispositivo provoca una sensazione di formicolio ma non dolorosa.

Anche i massaggi possono alleviare il dolore, ridurre il gonfiore e far rilasciare i tessuti che sono tesi (contratti). Inoltre il fisioterapista può praticare mobilizzazioni passive sui pazienti per allentare le rigidità articolari ed insegnare esercizi di stretching e ginnastica dolce che il paziente potrà svolgere anche a casa.  L’esercizio fisico regolare è consigliato per mantenere la forza muscolare e la funzionalità fisica generale; peraltro, la fatica di esercizio aiuta a decentrare l’attenzione dai dolori localizzati.

Altro trattamento è l’agopuntura che prevede l’inserimento di sottili aghi per via sottocutanea in specifiche sedi del corpo, spesso lontano dalla sede del dolore. Gli aghi vengono ruotati rapidamente e a intermittenza per alcuni minuti, oppure viene applicata una corrente elettrica di bassa intensità attraverso gli aghi. L’agopuntura può stimolare il cervello a produrre endorfine. Queste sostanze, prodotte naturalmente dal cervello, bloccano la sensazione di dolore e riducono l’infiammazione. L’agopuntura trova talora impiego con altri trattamenti per la gestione di dolore cronico e artrite di recente sviluppo. 

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TERAPIA OCCUPAZIONALE

Un terapista occupazionale ha il compito di insegnare al paziente e dare consigli su come proteggere le articolazioni sia a casa che sul lavoro.
Può fornire supporti come tutori o attrezzi che possono aiutare a svolgere mansioni come aprire un barattolo o girare un rubinetto che possono diventare difficili nelle fasi avanzate della malattia.

CHIRURGIA

A volte l’intervento chirurgico è necessario per recuperare l’abilità di usare le articolazioni nel caso siano completamente danneggiate e i farmaci non sono stati efficaci. 

Esempi:

  • sindrome del tunnel carpale – la chirurgia consiste nel tagliare il legamento nel polso per ridurre la compressione sul nervo
  • liberazioni dei tendini delle dita per ridurre le deformità
  • rimozione del tessuto infiammato che riveste le articolazioni delle dita

L’artroscopia è l’operazione utilizzata per rimuovere il tessuto osseo infiammato.

Protesi articolari

La sostituzione chirurgica dell’articolazione in particolar modo del ginocchio, dell’anca o spalla è il modo più efficace per ripristinare la motilità e la funzione nella fase avanzata della patologia articolare.

ALIMENTAZIONE E DIETA

Non ci sono evidenze scientifiche a provare che una specifica dieta possa migliorare i sintomi dell’artrite reumatoide  . Nonostante ciò alcuni pazienti possono avere un peggioramento dei sintomi mangiando alcuni cibi. E’ comunque importante seguire un regime alimentare salutare e bilanciato. La dieta mediterranea è raccomandata.

artrite-reumatoide mangiare pesce

Chi segue una dieta mediterranea (ricca di ortaggi, cereali integrali e leguminose) ha un rischio inferiore di insorgenza e gravità per l’artrite reumatoide.

E’ dunque possibile stabilire una gamma di alimenti che possono essere utili nel trattamento dell’artrite reumatoide, ovvero quelli ricchi di certi acidi grassi :l’olio di krill e certe alghe (che possono essere consumate come tali o sotto forma di olio); tra i pesci ricordiamo tutti quelli azzurri come: tonno (più la ventresca del filetto), pesce spada, palamita, sgombro, lanzardo, aguglia o costardella, sugarello, cicerello, papalina, aringa, alaccia, sarda o sardina, acciuga o alice, merluzzo.

Se è vero che alcuni alimenti possono favorire la riduzione sintomatologica dell’artrite reumatoide, è altrettanto vero che certi nutrienti ed un eccesso del grasso corporeo ne peggiorano la condizione.

L’obesità consiste in un esubero del grasso corporeo, il quale viene stoccato principalmente nel tessuto adiposo; quest’ultimo non è fatto di materia amorfa, bensì da cellule che interagiscono con il resto dell’organismo. Nello specifico, quando sono troppo gonfie e sollecitate allo sviluppo, queste cellule secernono varie molecole di natura infiammatoria che peggiorano la condizione.

Un eccesso alimentare cronico, causando sovrappeso, costituisce un importante fattore di rischio per l’artrite reumatoide. Inoltre, l’aumento del carico di lavoro sulle articolazioni dolenti non può far altro che aggravare la sintomatologia dolorosa.
E’ anche dimostrato scientificamente che l’abuso alcolico incide negativamente sulla malattia favorendone l’insorgenza ed il peggioramento.